Se vi affidate ad un grafico… abbiate fiducia!
Nel mio modo di vedere le cose, quando si inizia un lavoro creativo è di fondamentale importanza instaurare un rapporto di fiducia con il cliente, o con la persona che ci sta commissionando l’incarico.
A volte può capitare anche che siano amici o parenti, e forse in quel caso diventa più semplice la parte di fiducia e meno quella amministrativa, ma per lo più lavoreremo con persone che incontriamo per la prima volta in ambito lavorativo.
In tantissimi casi possono essere anche dei clienti davvero importanti, proprietari di grandi aziende o industrie, oppure attività che con l’ambiente creativo non hanno nulla a che fare (mi è capitato, per esempio, di realizzare grafiche per un’attività di tubazioni e perni metallici).
Trovo che la fiducia sia qualcosa di fondamentale perché la creazione di un’immagine, sia questa il logo, il sito, o qualsiasi altro coordinato aziendale, è qualcosa che si costruisce sempre insieme, partendo da una richiesta, che si trasforma in proposta e che, come nella metamorfosi del bruco, alla fine giunge in un risultato finale.
Ma come ci si arriva a quel risultato?
La Richiesta
La richiesta è il primo fattore fondamentale da considerare quando osserviamo un lavoro finito. Che cosa voleva il cliente? Quali tipi di linee guida ha dato? Esistono degli esempi di lavori dai quali desiderava necessariamente distaccarsi?
La prima difficoltà sta nell’interpretazione della richiesta.
Tante volte mi capita che, mentre il cliente parla e mi racconta del suo progetto, mi arrivino alla mente soluzioni già finite, come se nel momento stesso della richiesta la soluzione potesse comparire dal nulla.
Se sono abbastanza brava, cerco di non farmi fregare da questo meccanismo “di ispirazione istantanea”, ma di conservarne comunque memoria. È molto importante, secondo me, riuscire a cominciare davvero dalle richieste del cliente, poiché il progetto è suo, e noi lo stiamo interiorizzando solo per breve tempo.
Per comprendere meglio, utilizzerò come esempio il processo creativo per il logo di Saving Up, realizzato nel 2018.
La richiesta del cliente, il quale è un mio carissimo amico nonché persona davvero stimata, era un po’ particolare, in quanto si cercava di unire una serie di simboli dal significato anche esoterico e spirituale.
Il logo deve rappresentare una clessidra in primis, ma allo stesso tempo vorrei che ricordasse il numero 8, che è simbolo anche dell’infinito e della perfezione. In alto ed in basso vorrei due borchie d’argento, come due portali, due poli, mentre sulla cima, se possibile, una corona a conferire un tono regale. Il vetro della clessidra magari nero scuro, con qualche dettaglio oro.
Non ricordo se l’ho fatto per far comprendere che di elementi ce n’erano troppi, fatto sta che se fossi stata io al posto suo, avrei ringraziato e suggerito di non proseguire più il lavoro. 🙃
La Proposta
A questo punto del processo creativo nascono le prime opportunità, e secondo me è proprio per questo che è di vitale importanza mantenere una relazione di fiducia.
A volte capita anche di realizzare bozzetti che sulla carta sono perfetti, ma che poi non rendono nello stesso modo una volta trasformati in digitale.
E, secondo me, è a questo punto che nasce qualcosa che sta tra la richiesta del cliente e le idee del grafico, ovvero le prime soluzioni.
Amo questo lavoro perché a volte, di punto in bianco, la soluzione ti viene così, mentre ti disperi perché non riesci a trovarla.
Dopodiché, ho cercato anche qualche variazione sul tema, disegnando la stessa forma ma in modo geometrico, in variante allungata, tonda e schiacciata.
Il Risultato Finale
Al cliente piaceva nettamente di più l’opzione B, quella con una forma leggermente schiacciata.
A questo punto, l’idea era stata scelta e si trattava solo di unire tutto il resto.
I colori definiti dal cliente erano l’oro ed il blu. Una volta selezionati i font, ho creato un logotipo personalizzato e dei pattern geometrici, nonché una sfumatura personalizzata per l’oro.
Trovo davvero affascinante osservare il prima – dopo dei lavori creativi, perché posso solo immaginare la confusione e la punta di sfiducia che ogni cliente si ritrova a pensare durante il processo creativo.
Effettivamente, per un cliente, non è semplice spiegare le proprie richieste, non è semplice patteggiare una via di mezzo, non è semplice rinunciare ad aver avuto l’idea migliore, soprattutto perché è colui che paga.
E questi sono fattori che un grafico deve tenere in considerazione, poiché non deve cercare mai di imporsi, ma solo di trovare soluzioni creative.
Se la grafica fosse come la meccanica sarebbe un po’ più semplice, nel senso che cambiare una vite è una cosa universale, e nessun meccanico starebbe a guardare di che colore avete montato le vostre.
Nel nostro ambiente si tende a commentare il risultato finale, a volte con un po’ troppa sufficienza, classificandolo come “è bello” o “fa schifo”, senza andare per vie di mezzo.
A volte il “fa schifo” non è nemmeno dovuto alle idee del grafico, che si è trovato a fare una cosa esattamente come la voleva il cliente (mi è capitato più di una volta e vi assicuro che sono lavori che non vedrete mai nel mio portfolio!!).
Eppure, sono altrettanto convinta che possa esistere un meraviglioso punto di mezzo, una forma che sta bene ad entrambi e che soddisfa sia la creatività del grafico, che la richiesta del cliente.
Perciò, se dovete affidarvi ad un grafico, abbiate sempre fiducia. Siamo solo molto strani 🙂